Il 6 marzo abbiamo parlato dell’Intelligenza artificiale (L’Intelligenza Artificiale al servizio dell’Export) e dei vantaggi che ci può offrire nelle nostre attività di export. Sono passati soltanto alcuni mesi da quell’articolo ma, a rileggerlo oggi, mi sembra vecchio di un secolo! Credo che sia tempo di aggiornare, non solo le nostre conoscenze, ma anche il nostro atteggiamento nei confronti dell’AI.
Siamo tutti consapevoli dell’importanza che ha oggi l’AI ma se chiedo in giro quale uso se ne sta facendo ricevo risposte del tipo “eh sì, interessante, ma preferisco l’intelligenza umana…” oppure “ speriamo che non mi freghi il lavoro!”. Ma la risposta più frequente è senz’altro “appena trovo un po’ di tempo dovrò cominciare a interessarmene”.
Credo che il tempo per interessarcene sia arrivato e forse ne abbiamo già perso abbastanza.
Oggi voglio soffermarmi su un utilizzo pratico (in fondo è sempre la pratica che ci interessa) che possiamo fare dell’AI per i nostri scopi commerciali, cioè per trovare nuovi clienti esteri e per sviluppare la nostra presenza sui mercati internazionali.
È ormai cosa nota a tutti che per ottenere quello che vogliamo dobbiamo imparare a fare le domande giuste. L’intelligenza artificiale sembra essere molto esigente in questo e pretende che le poniamo domande confezionate professionalmente, altrimenti, con la scusa di volersi adeguare al tono dell’interlocutore, ci darà risposte superficiali, inutili se non addirittura sbagliate.
È una vera sfida, ma se vogliamo interrogare l’Oracolo dobbiamo imparare a farlo con rigore e precisione.
D’accordo con i clienti, ho iniziato a usare l’intelligenza artificiale in affiancamento alla consulenza e i risultati sono molto incoraggianti e voglio condividerli con gli abbonati di questa e-newsletter.
L’intelligenza artificiale è nella sua fase di sviluppo tumultuoso e quello che diciamo oggi potrebbe sembrare una banalità già la prossima settimana. Quindi, teniamoci aggiornati e aggiungiamo l’utilizzo dell’intelligenza artificiale ai nostri impegni per il 2025.
Per poter avere un’intelligenza artificiale che “faccia” qualcosa al nostro posto, dobbiamo cominciare a far sì che “risponda” alle nostre domande, cioè ai nostri immediate.
Comincio con un primo immediate che mi fornisca un elenco dettagliato di potenziali importatori e che mi permetta di personalizzare la ricerca in base alla località o al mercato goal.
Il secondo immediate dovrà preparare una mail da inviare ai nominativi forniti dal primo immediate. La mail dovrà invitare a prendere contatto con la nostra azienda anche in vista di un possibile accordo di distribuzione esclusiva dei nostri prodotti nella zona di residenza del nostro interlocutore estero.
Questi sono i due immediate e le risposte ottenute. Segue anche un esempio pratico di ricerca e contatto con “importatori canadesi di vino”. Sono risultati operativi su cui iniziare a lavorare da subito, e non è un risultato da poco…