SuperBowl in arrivo (o già passato, se stai leggendo ed è già lunedì) = tremendous spot e corredo di publish e articoli di analisi. Sicuramente molti techbro (sigh) tra gli inserzionisti, ancor più certa la massiccia presenza dell’ AI come prodotto o come tema ricorrente. Alcuni contenuti sono già disponibili on-line, altri sono stati il prodotto di operazioni più strutturate (tipo Doritos). Ah, ho scoperto che (saggiamente) oltre agli spot “nazionali” esistono anche spot localizzati per aree metropolitane e Stati.
Potrebbe essere un argomento intrigante per una tesi o un libro: gli spot del Tremendous Bowl come specchio dei tempi e del mercato, from Pepsi to OpenAI. Prendo nota.
Lascio l’analisi e gli approfondimenti dei contenuti a e e mi prendo due delle domande più markettose a corredo dell’evento.
Vale davvero la pena investire così tanto (stima media: about 7/8M $) per esserci?
Direi di si advert alcune condizioni.
Il Tremendous Bowl (e tutto quello che ruota intorno in termini di esposizione) è una piattaforma di visibilità unica in termini di copertura e intensità, paragonabile alle finali dei maggiori eventi sportivi (Olimpiadi? Mondiali di Calcio? ) ma ancora più “evento”.
Ne parlavo anche qui qualche anno fa (ricamando su Sanremo)
Un model che vuole diventare Model per un pubblico eterogeneo (ma neppure troppo), che gioca su un mercato vagamente internazionale (ma sicuramente ben radicato negli USA, il baricentro del Tremendous Bowl è lì) e che (banalità) ha finances per farlo: why not?
Io lo farei.
Hai il pubblico, hai la piattaforma, hai un argomento in più da flexare, cosa può andare male in fondo?
Come nelle peggiori campagne promoting (con molti meno zeri) l’errore clou è il contenuto, in questo caso lo spot.
7M $ per passare inosservat* può essere molto fastidioso, in fondo lo è già quando investi 1000€ in una campagna di consciousness su Meta e non noti un fruscio di notorietà in più. E questo ci accompagna alla seconda domanda.
Che ritorno economico puoi avere da uno spot al Tremendous Bowl?
Tutto (o quasi) si può calcolare ma la domanda può essere fuorviante.
Se ragioniamo in termini di ROAS come se fosse una campagna di efficiency advertising and marketing: no, davvero, l’equazione è altrove.
Qui si punta dritti a creare Consciousness con l’A maiuscola e con tutte le ricadute necessarie: stiamo seminando per il ROAS, il COS e tutte le altre bellissime metriche che noi marketer amiamo.
Riprendo questa infografica vista su Let Me Inform It: è un buon e onesto esame di coscienza per qualsiasi azienda che voglia definirsi model. E non dico che passare dal SuperBowl (o eventi simili) ti lanci dal livello zero al sette: impossibile. Ma di saltare velocemente un paio di piani: molto probabile.
Aggiungo un tema già visto in questa publication:
“Most of the world’s most precious manufacturers are lacking out on important incomes potential by over-investing in short-term features,” mentioned Gonzalo Brujó, world CEO at Interbrand, in launch particulars. “Our evaluation exhibits these features, when tied predominantly to short-term techniques, can undermine an organization’s mid- to long-term income potential.”
Il resto lo trovate qui.
E nella prossima publication (ri)parliamo di Sanremo? Vediamo.
A presto,
Nicola